Circa sei ore dopo si disgregava parzialmente, tanto che il tracking statunitense riconosceva almeno 11 detriti, 5 dei quali di dimensioni “importanti”. Durante i successivi 3 passaggi il centro di controllo ha ancora ricevuto dei brevi frammenti di trasmissione, ma dal 29 marzo non ha più ricevuto dati. Osservazioni dirette da Terra effettuate per mezzo di telescopi ottici fra cui anche il grande Subaru Telescope hawaiiano dell’Osservatorio Nazionale Giapponese, hanno evidenziato un gruppo di oggetti in rapida rotazione, probabilmente residui degli strumenti e dei pannelli solari.
Rappresentazione artistica di Hitomi [JAXA] |
Sono solo ipotesi, ma se fosse successo veramente questo, molto probabilmente le responsabilità dei progettisti sarebbero alte.
La sonda Hitomi, del peso di 2700 kg, è stata lanciata il 17 febbraio scorso a bordo di un vettore H-IIA 202 dal Tanegashima Space Center e si trova su un’orbita quasi circolare ad una quota compresa fra 560 e 580 km e inclinata di 31,1°.
L’agenzia spaziale giapponese JAXA spera che la rotazione possa rallentare al punto da ristabilire le comunicazioni e nel caso riuscissero a riprendere il controllo d’assetto potrebbe riprendere anche l’attività scientifica, anche solo con la fotocamera SXI CCD.
Purtroppo le ultime notizie provenienti da JAXA confermano che il danno ai pannelli solari costituisce un problema di approvvigionamento energetico insormontabile, che ha comportato lo spegnimento totale della sonda.
Peccato: se ricordate Hayabusa, per i giapponesi non sarebbe stato il primo recupero impossibile…
Tratto dall'ultimo numero pubblicato di Coelum Astronomia, rivista di informazione astronomica. La rivista viene distribuita gratuitamente via web. Potete liberamente scaricarvela e leggerla dove preferite.