Time machine.

International Space Station Europa Centrale Kennedy Space Center - Florida Baikonur - Kazakhstan Kourou - French Guyana

martedì 31 agosto 2010

ICESat: missione completata.

Dopo una missione durata sette anni, il satellite americano ICESat è stato deorbitato ieri, lunedì 30 agosto.
Il nome esteso era Ice, Cloud, and land Elevation Satellite ed ha avuto i primi problemi l'anno scorso, quando l'ultimo dei tre altimetri laser ha smesso di funzionare.
La decisione di deorbitare il veicolo è stata presa per evitare di "inquinare" l'orbita bassa con ulteriori relitti ed è quindi già dal giugno scorso che i motori di ICESat venivano accesi periodicamente per abbassare il perigeo dell'orbita portandolo a circa 200 km, quota alla quale l'atmosfera non impiega molto a riprendersi gli oggetti dall'orbita.
E puntualmente alle 0900 UTC circa di ieri, il satellite è piombato nell'atmosfera al disopra del mar di Barents disintegrando completamente i 920 kg di massa che lo componevano.

L'ultimo dei tre Geoscience Laser Altimeter System si è guastato nell'ottobre del 2009 ed era il principale strumento della sonda. Costruito al Goddard SpaceFlight Center, il laser GLAS, in 15 campagne osservative, ha eseguito circa 1,9 miliardi di misurazioni della coltre ghiacciata che ricopre diverse zone del nostro pianeta. Uno dei risultati più significativi è stato la quantificazione della riduzione delle calotte polari e soprattutto la misurazione della perdita di spessore della coltre ghiacciata presente sulla Groenlandia, che è risultata ben inferiore a quanto calcolato da altri studi.
Il satellite ha anche eseguito rilevazioni riguardanti la vegetazione, le nubi e le sostanze sospese in atmosfera.

Il successo di ICESat è stato tale da spingere la NASA ad iniziare lo sviluppo di una missione ICESat-2 che verrà lanciata nel 2015. Per continuare con le rilevazioni, l'Agenzia Spaziale Americana ha iniziato una campagna di rilevazione aerea chiamata Operation Ice Bridge, che permetterà di avere dati per una continuità di rilevazioni fra le due missioni.

La missione ICESat era stata dichiarata terminata già nel febbraio di quest'anno, quando dopo numerosi tentativi, non era stato possibile riattivare il GLAS.

Nell'immagine una rappresentazione artistica di ICESat.
Fonte: NASA.

lunedì 30 agosto 2010

Assistenza per GOCE.

Il satellite europeo GOCE (Gravity field and steady-state Ocean Circulation Explorer) partito a marzo dello scorso anno ha già subito un paio di guasti che stanno compromettendo la raccolta di dati.
Ad un primo problema verificatosi in febbraio, se n'è aggiunto, apparentemente senza nessuna correlazione, un secondo a luglio.

Per il primo si è trattato di un guasto all'elaboratore scientifico di bordo. In sostanza il microprocessore del computer di comunicazione A ha malfunzionato spegnendo l'elaboratore. Il sistema è passato al computer di riserva B che ha funzionato fino a luglio quando è andato in crisi il modulo di gestione dei dati verso la trasmissione.

Il satellite sta ancora funzionando ed ha tutti i sistemi di comunicazione delle informazioni di navigazione in perfetta efficienza, così come i sensori che stanno continuando a rilevare i dati di missione, ma non c'è più modo di trasmettere questi dati al controllo missione di Terra.
L'ESA non ha nessuna intenzione di perdere questo gioiello da 400 milioni di euro e sta elaborando una possibile soluzione che vedrebbe l'uso degli altri elaboratori (comunicazione e navigazione) per caricare nuovo software in grado di riprogrammare i computer guasti utilizzando tutta la parte ancora funzionante di essi e deviare parte della potenza di calcolo presente a bordo per reindirizzare i dati rilevati a Terra. Ricordo che questa sonda è in grado di misurare il campo gravitazionale con una precisione di oltre 100 volte superiore a qualsiasi altro veicolo.

È stato inoltre impartito il comando al motore a ioni di alzare la quota di GOCE di almeno 10 km, portandola a 265 km in modo di avere più margine (si parla di almeno un mese) se qualcosa andasse storto e fosse necessaria la riprogrammazione completa del satellite.
L'orbita particolarmente bassa si riesce a mantenere grazie alla forma aerodinamica del satellite e alla presenza del motore a ioni in grado di impartire una piccola spinta per compensare l'attrito atmosferico.

La bassa attività solare dell'ultimo anno ha favorito il funzionamento di GOCE mantenendo quieta l'atmosfera e minimizzando l'effetto frenante. In questo modo il satellite ha risparmiato molto propellente (gas Xeno per il motore a ioni) e può tranquillamente affrontare questi problemi grazie all'estensione al suo utilizzo già stabilita: invece dell'aprile 2011, la missione terminerà sicuramente dopo la fine del 2012, cosa che permette di avere molto tempo per eseguire con calma queste riparazioni.

Nell'immagine una rappresentazione artistica di GOCE.
Fonte: ESA.

sabato 28 agosto 2010

Portare carichi a Terra dalla ISS.

Con l'andata in pensione dello Space Shuttle, non esisterà più la possibilità di portare a Terra dei carichi dalla Stazione Spaziale Internazionale.
Una tale situazione può rappresentare un problema, dato che esistono molti esperimenti che necessitano del ritorno per l'analisi dei risultati.
A parte quel poco che si può imballare ed inserire nelle Soyuz, sarà una pratica impossibile ed è uno dei motivi per cui lo Shuttle era nato.

Ma Europa e Giappone potrebbero metterci una pezza. Sono iniziati gli studi per permettere all'europeo ATV (Automated Transfer Vehicle) e al Giapponese HTV (H-2 Transfer Vehicle) di effettuare viaggi di andata e ritorno verso la Stazione Spaziale.
Per fare ciò sarà necessario dotare le capsule di un adeguato scudo termico, e questo è indispensabile, ma anche della robustezza necessaria per sopportare il rientro. Ovviamente saranno necessari paracadute ed eventuali sistemi gonfiabili anti-affondamento. Da non sottovalutare i sistemi di controllo ambientale per poter trasportare anche cavie vive.

Per l'ESA si parla di Automated Return Vehicle (ARV) e il suo sviluppo potrebbe iniziare nel 2011 con una decisione degli stati membri. Nel luglio del 2009 è già stato affidato a EADS Astrium un contratto per 18 mesi di lavoro incentrato proprio su questo obiettivo. Lo stanziamento è stato di 21 milioni di euro. Stabilito che è da fare, si partirà già con una bozza di progetto. L'obiettivo è avere il primo lancio operativo fra il 2016 e il 2018, cosa decisamente possibile.

Per JAXA si parla di HTV-R e i tempi sono molto simili: inizio sviluppo nel 2011 e primo volo nel 2016.
Questi veicoli potranno riportare a Terra dei carichi compresi fra 300 e 1500 kg che, benché siano molto lontani dalle 15 tonnellate dello Shuttle, saranno assolutamente benvenuti.

Un altro dato interessante è rappresentato dal fatto che queste versioni di capsule saranno il primo passo verso la trasformazione dei cargo in veicoli abitati, prima di tutto per mantenere in vita i vegetali e i piccoli animali che partecipano agli esperimenti, ma subito dopo per affiancarsi alle altre capsule per il trasporto degli astronauti.

Negli anni '20 di questo secolo avremo molta scelta per trasportare esseri umani da e verso l'orbita terrestre. Al Dragon di SpaceX e a Orion della NASA si affiancheranno anche gli equivalenti Europeo e Giapponese. E chissà che non sbuchino fuori anche gli omologhi Cinese e Indiano: ormai le tecnologie sono mature...

Nell'immagine una rappresentazione artistica di ARV.
Fonte: ESA.

venerdì 27 agosto 2010

Notiziario.

AMS, l'Alpha Magnetic Spectrometer, che ci aiuterà a trovare l'antimateria che manca dal Big Bang, è giunto al Kennedy Space Center. Verrà trasportato sulla ISS dall'ultima missione Shuttle del febbraio prossimo, la STS-134.
Terminata la preparazione eseguita al CERN di Ginevra, questo esperimento dal costo di due miliardi di dollari inizierà ora la parte di preparazione all'integrazione a bordo della navetta.

In foto AMS viene scaricato dal C-5M dell'Air Force dopo l'atterraggio sulla Shuttle Landing Facility del KSC.
Fonte: NASA/Jack Pfaller.


Il 2011 vedrà l'inizio dei lavori di costruzione del nuovo Cosmodromo russo, a Vostochny. Entrerà in servizio nel 2018 e permetterà alla Russia di non dipendere più da Baikonur, e quindi dal Kazakhstan, per i lanci a bassa inclinazione. Il nuovo cosmodromo sarà posizionato nella Russia sudorientale vicino al confine con la Cina e si prevede un finanziamento per i lavori di circa 800 milioni di dollari per i primi tre anni.

Il telescopio spaziale Kepler ha scoperto il suo primo sistema planetario multiplo. L'analisi dei dati dei primi 43 giorni di missione ha evidenziato la presenza di ben tre pianeti intorno ad una stella della costellazione della Lira a 2200 anni luce da noi. Sembra poco in confronto alla notizia della scoperta di un sistema di 7 pianeti da parte di HARPS all'ESO, ma rispetto ai 6 anni impiegati con l'altro metodo, questa scoperta è eccezionale. Occorre tenere presente che Kepler utilizza il sistema dei transiti (rispetto a quello della misurazione della velocità radiale) e quindi possono essere rilevati solo i pianeti dei quali vediamo l'orbita di taglio, ma è comunque eccezionale. Si tratterebbe di due giganti gassosi della dimensione di Saturno e uno più piccolo e roccioso di 1,5 masse terrestri. Tutti i dati sono ora al vaglio degli scienziati e ben 10 telescopi terrestri stanno verificando gli oltre 700 pianeti extrasolari scoperti da Kepler nei primi 43 giorni di missione.

mercoledì 25 agosto 2010

Osservato un intero Sistema Stellare.

Utilizzando lo strumento HARPS dell'ESO (European Southern Observatory), gli astronomi hanno scoperto un sistema stellare extra-solare contenente almeno cinque pianeti, con indizi secondo i quali ne potrebbero essere presenti almeno altri due, fra i quali uno caldo e roccioso.

I pianeti orbitano attorno a una stella simile al Sole, chiamata HD 10180, posta a 127 anni luce da noi nella costellazione australe dell'Idra Maschio, e le loro distanze orbitali seguono uno schema regolare simile a quello del nostro Sistema Solare, con ogni pianeta circa due volte più lontano dal Sole, rispetto all'oggetto precedente. Sembra anche che i pianeti mantengano traiettorie regolari intorno alla propria stella su orbite quasi circolari.

"Abbiamo probabilmente trovato il sistema con più pianeti mai scoperto", spiega Christophe Lovis, autore dell'articolo di descrizione dei risultati. "Questa scoperta evidenzia chiaramente il fatto che stiamo entrando in una nuova era nella ricerca degli esopianeti: lo studio di complessi sistemi planetari e non soltanto dei singoli pianeti. Gli studi dei moti planetari nel nuovo sistema rivelano complesse interazioni gravitazionali tra i vari componenti e ci danno importanti informazioni sull'evoluzione a lungo termine del sistema."

Gli astronomi hanno fatto la scoperta utilizzando lo spettrografo HARPS (High Accuracy Radial velocity Planet Searcher) montato sul telescopio di 3,6 metri dell'ESO a La Silla in Cile. I risultati derivano da 190 misurazioni individuali in sei anni. Ciò ha permesso alla squadra di rilevare i piccoli movimenti della stella causati dalla forza gravitazionale dei pianeti orbitanti. Cinque segnali forti indicano pianeti con la massa di Nettuno (da 13 a 25 masse terrestri), con "anni" della durata che va da 6 a 600 giorni terrestri. Le distanze orbitali dalla loro stella variano fra 0,06 e 1,4 UA.

"Abbiamo anche buone ragioni per credere che siano presenti altri due pianeti", rivela Lovis. Mentre uno dei sospetti è probabilmente di dimensioni simili a Saturno (oltre 65 masse terrestri) orbitante intorno alla stella in circa 2'200 giorni, l'altro potrebbe essere un caldo pianeta roccioso con appena 1,4 volte la massa della Terra. Tuttavia, questo candidato orbiterebbe molto vicino alla stella in soli 1,18 giorni e la sua influenza sulla stella madre è difficile da misurare.

"Sistemi di pianeti di piccola massa, come quello intorno a HD 10180, sembrano essere abbastanza comuni, ma la loro storia di formazione rimane un dilemma", dice Lovis. Finora, gli astronomi hanno scoperto quindici sistemi solari con almeno tre pianeti, ma HD 10180 è l'unico ad aver la sua corte di (almeno) cinque pianeti orbitanti all'interno della regione più interna del suo sistema - tutto entro una distanza equivalente a quella di Marte nel nostro sistema solare.

Dato che saranno identificati sempre più sistemi di pianeti extrasolari - in particolare con la quantità di dati che si prevede arrivi dalla missione Kepler - gli scienziati saranno sempre meglio attrezzati per comprendere come si formano i sistemi con più pianeti.

Una rappresentazione artistica del sistema planetario scoperto attorno alla stella HD 10180, simile al Sole. Questo sistema ospita cinque - e forse sette - pianeti. La mezzaluna grande nella parte superiore dell'immagine è il terzo pianeta dal Sole nel sistema (HD 10180d), che ha una massa paragonabile al pianeta Nettuno. I due pianeti interni appaiono come sagome in transito attraverso il disco luminoso della stella. I pianeti esterni del sistema appaiono nel cielo di sfondo.
Fonte: ESO/L. Calçada.

martedì 24 agosto 2010

Lancio cinese.

Il satellite TianHui 1 è stato inserito in un'orbita circolare a più di 480 chilometri di quota dopo il lancio a bordo di un vettore Lunga Marcia 2-D avvenuto oggi, martedì 24 agosto, alle 0710 UTC.

Il razzo alto 13 piani è decollato dal Jiuquan Satellite Launch Center, posto nella provincia di Gansu, vicino al confine nord della Cina con la Mongolia interna. Il veicolo di lancio a due stadi ha lasciato Tianhui 1 su un'orbita polare con una inclinazione di circa 97 gradi.

Le autorità cinesi utilizzeranno TianHui 1 (Satellite per la mappatura - 1) per la ricerca scientifica, per mappare le risorse del territorio e per le indagini utili per contribuire a promuovere lo sviluppo economico. Il satellite è stato sviluppato da una società della China Aerospace Science and Technology Corp.

Questa è stata la 128esima missione per il vettore Chang Zheng dal 24 aprile 1970, il settimo lancio spaziale cinese dell'anno e il 40esimo ad aver raggiunto l'orbita nel 2010.

In foto il lancio.
Fonte: Xinhua/Liang Jie.

lunedì 23 agosto 2010

Il test della capsula Dragon.

SpaceX ha consegnato il 4 agosto in Florida la prima capsula Dragon completa e qualche giorno dopo nel Pacifico ne veniva testata una replica per simulare ritorno dall'orbita.

Il Dragon è stato portato all'interno dell'hangar di SpaceX presso la piattaforma di lancio 40 di Cape Canaveral ed ha seguito la consegna del primo e del secondo stadio del vettore Falcon 9, avvenute rispettivamente il 15 luglio e il 31 luglio. Dopo il successo del lancio di giugno, la data prevista per il prossimo test non sarà la fine di settembre come preannunciato, ma si sposterà di qualche mese. La priorità consiste nel permettere ai tecnici di terra di abituarsi a lavorare con propellenti ipergolici tossici e la preparazione di tutti gli apparati della capsula Dragon.

Intanto il 12 agosto altri tecnici eseguivano un test di caduta di un boilerplate Dragon al largo della costa di Morro Bay, in California e lo scopo era quello di validare i paracadute della capsula e le operazioni di recupero. La società ha detto che il test ha avuto il 100 per cento di successo.
La capsula è stata rilasciata da un elicottero a un'altitudine di 12'700 metri, dopodiché si sono aperti i due paracadute frenanti per stabilizzare la caduta ed infine si sono aperti i tre paracadute principali del diametro di 35 metri ciascuno. Dopo l'ammaraggio la capsula è stata recuperata ed issata a bordo di un'unità navale.

I paracadute del Dragon dovrebbero rallentare la capsula fino ad effettuare un ammaraggio dolce tra i 4,8 ei 5,4 metri al secondo, ovvero circa 19 km/h. Per confronto i moduli di comando Apollo entravano in acqua ad una velocità di circa 30 km/h. Anche se un paracadute non funzionasse, la SpaceX assicura che Dragon potrebbe ancora fare un ammaraggio sicuro.
SpaceX sta sviluppando il Dragon per trasportare merci da e per la Stazione Spaziale Internazionale, con inizio dei viaggi previsto per l'anno prossimo. La NASA ha assegnato all'azienda un contratto di 1,6 miliardi dollari nel 2008 per effettuare almeno 12 missioni di rifornimento merci, ma SpaceX ha progetti più ambiziosi per la capsula. Gli ingegneri hanno progettato la navicella in modo che possa permettere il trasporto di astronauti in orbita e quindi SpaceX diventa un concorrente importante della NASA stessa per fornire i servizi di trasporto in orbita degli equipaggi commerciali nei prossimi anni.

Nel corso del test orbitale del Dragon che avverrà verso la fine di quest'anno, la capsula entrerà in orbita girando intorno alla Terra da una a tre volte, in seguito accenderà i suoi propulsori di manovra e cadrà nell'Oceano Pacifico al largo della costa di Los Angeles, vicino alle Channel Islands. Il volo potrà durare da meno di due ore a oltre cinque ore, a seconda della decisione finale di SpaceX sul numero di orbite da eseguire.

Gli obiettivi di questo test di Dragon sono importantissimi: prima di tutto il raggiungimento dell'orbita e le manovre nello spazio, poi il test della resistenza strutturale e soprattutto il superamento del difficilissimo rientro, con la resistenza dello scudo termico e l'apertura dei paracadute, oltre ai carichi dinamici dell'impatto con l'acqua.

Uno dei punti critici per il successo della missione saranno i propulsori di manovra. Il Dragon utilizza 18 propulsori alimentati a idrazina. Dovranno occuparsi di modificare l'orientamento in orbita, alzare e abbassare la quota e rallentare la velocità per il rientro al termine della missione. Si tratta di un motore con 45 kg di spinta che è in grado di effettuare accensioni molto brevi così come di lunga durata. Ha il doppio uso, sia come controllo dell'assetto e sia per le manovre di cambio d'orbita.
Anche lo scudo termico è una versione migliorata di quello utilizzato dalla sonda Stardust ed è stato sviluppato con l'aiuto del Jet Propulsion Laboratory e dell'Ames Research Center. Si chiama PICA-X, è di tipo ablativo e permetterà di rientrare smaltendo temperature fino a 2000°C. Ma durante la missione verranno pure collaudati i sistemi di comunicazione, le varie strumentazioni di bordo insieme alle componenti di tenuta, come guarnizioni, portelli ed oblò.

Non ci resta che attendere notizie dalla SpaceX per sapere quando avverrà questo nuovo passo avanti dell'industria spaziale privata.

Nella prima foto la capsula scende appesa ai grandi paracadute, mentre nella seconda le squadre di recupero si avvicinano al simulacro in acqua.
Fonte: Chris Thompson/SpaceX.

domenica 22 agosto 2010

La Luna si sta contraendo.

Una contrazione lunare, è questo che gli scienziati che stanno analizzando i dati provenienti dal Lunar Reconnaissance Orbiter, hanno rilevato.

Finora si è ipotizzato che la Luna fosse geologicamente "morta" da miliardi di anni, cioè che non vi fossero più movimenti né della sua crosta e neanche del suo nucleo. Invece le osservazioni di LRO hanno dimostrato che in realtà devono ancora essere presenti piccoli movimenti tettonici e geologici causati dal suo restringimento.

Secondo Thomas Watters, scienziato senior presso lo Smithsonian National Air and Space Museum, il diametro della Luna si è probabilmente ridotto di circa 90 metri negli ultimi 800 milioni di anni.

In base alle dettagliatissime immagini inviate a Terra dalla sonda americana, è stato possibile rilevare che leggeri movimenti tettonici sono avvenuti con effetti di subsidenza (sovrapposizione degli strati geologici) formando una serie di "scogliere" note come scarpate lobate. In determinati punti si nota chiaramente che le scarpate hanno coperto parzialmente dei piccoli crateri, che, proprio per il fatto di essere piccoli e senza altri impatti al loro interno, tendono ad essere relativamente giovani. Questa copertura può derivare da frane (che evidenzierebbero comunque una certa attività, anche solo sismica) ma più probabilmente si è trattato di un vero e proprio spostamento della parete rocciosa, segno inequivocabile di un restringimento della crosta.
E parlando di attività sismica, occorre evidenziare come i movimenti geologici abbiano una correlazione con i terremoti lunari (o lunamoti, come alcuni li definiscono) che riusciamo a misurare grazie ai sismografi lasciati dagli astronauti durante quattro missioni lunari. Escludendo i possibili movimenti causati da impatti meteorici, sbalzi termici fra giorno e notte e forze mareali create dalla Terra, permane una certa quantità di fenomeni riconducibili proprio ai movimenti di faglia.

La missione LRO sta avendo fantastici ritorni scientifici grazie alla estrema definizione delle immagini che riprende.
La sua missione primaria si chiuderà a settembre di quest'anno, ma si sta già organizzando l'estensione della missione, almeno fino al 2012.
Per ottenere questo risultato si passerà dall'attuale orbita circolare a 50 km di quota ad un'orbita ellittica che si estenderà da un'altitudine di 30 km a quasi 200 km. Grazie a questo cambiamento si otterrà una sensibile diminuzione del consumo di propellenti, permettendo così il completamento della missione estesa e probabilmente un'ulteriore estensione.

In foto due piccoli crateri di circa 40 m di diametro indicati dalle frecce sono parzialmente coperti, mentre nell'ingrandimento uno di 20 m è coperto quasi per metà dalla parete rocciosa, dimostrandone lo spostamento.
Fonte: NASA/Goddard/Arizona State University/Smithsonian.

Uno sguardo verso Terra.

La sonda MESSENGER sta passando molto vicino al Sole. Il 17 agosto scorso si trovava in un punto di perielio della sua rotta (punto più vicino al Sole) che la porterà ad entrare in orbita attorno a Mercurio nel marzo del prossimo anno.
Durante questi passaggi, MESSENGER attiva tutti gli strumenti ottici per cercare i Vulcanoidi, corpi celesti che orbitano fra Mercurio e il Sole.

Nella sua scansione del cielo che la circonda, il 6 maggio scorso ha scattato questa incredibile fotografia: la Terra con la Luna. E' un'immagine ripresa da 183 milioni di chilometri di distanza da noi e dimostra quanto brillante sia il nostro pianeta con le sue nubi e la sua pallida luna.

Ah, ricordatevi di metterla nel vostro album di famiglia: in quel puntino cicciottello ci siamo tutti, ma proprio tutti quanti noi che facciamo parte del genere Umano...

Fonte: NASA/Johns Hopkins University Applied Physics Laboratory/Carnegie Institution of Washington.

sabato 21 agosto 2010

Ultimo volo a giugno?

Per la fine del programma Space Shuttle i tormenti proseguono.
I manager della NASA hanno deciso ieri di aggiungere la data per la missione di soccorso per l'ultimo lancio della navetta.
Come ormai sappiamo, l'Endeavour dovrebbe compiere la sua missione finale il 26 febbraio 2011, ma se l'orbiter dovesse avere un problema grave da impedire un rientro sicuro, l'equipaggio resterebbe a bordo della ISS in attesa della missione di soccorso, la STS-335, che dovrà raggiungerli per recuperarli.
Orbene, la NASA ha stabilito la data per questa missione di soccorso che dovrà eventualmente effettuare Atlantis: il 28 giugno 2011.
La navetta verrà comunque riempita di rifornimenti ed accessori, infatti avrà a bordo anche un Modulo Logistico (Raffaello), per sfruttare al massimo la missione.

Ora tocca al Governo degli Stati Uniti decidere se trasformare la LON-STS-335 in STS-135 facendola così diventare ufficialmente la chiusura del programma, a prescindere da eventuali problemi alla missione precedente. L'unico piccolo problema, che pare non abbiano ancora assimilato, è che non c'è un finanziamento stanziato per questa missione. L'extra spesa inserita nel budget 2011 servirà già per il lancio di Endeavour a febbraio e, parzialmente, per la preparazione della LON-335, ma non per la sua effettuazione.

Sia STS-335 che STS-135 sono previste con un equipaggio ridotto a 4 componenti per permettere di accogliere i 6 naufraghi o poter rientrare con 2 voli Soyuz in caso il problema grave si verifichi ad Atlantis.

Intanto il tempo passa e il tira-molla fra i vari attori di questa pantomima ormai abbastanza noiosa dovranno prima o poi decidere cosa fare.
Di sicuro sappiamo una cosa: non ci sarà una STS-136 o STS-336...

venerdì 20 agosto 2010

Musica per lo Spazio.

Se ti piace la musica, il programma spaziale e sei un po' nostalgico, la NASA ha l'opportunità perfetta per te. Per la prima volta il pubblico può aiutare a scegliere le canzoni da usare come sveglia per gli astronauti durante le ultime due missioni del programma Space Shuttle.

Tradizionalmente, le canzoni che vengono inviate a bordo ogni mattina per svegliare gli astronauti sono selezionate da amici e famigliari degli equipaggi. Per le ultime due missioni in programma, la NASA invita il pubblico a visitare il sito web del Wakeup Song Contest dove potrà partecipare alla scelta in due modi.
Per il volo finale dello shuttle Discovery, la STS-133 in partenza il 1° novembre, si potrà scegliere il brano preferito da un elenco di 40 brani selezionati fra quelli già utilizzati a bordo della navetta.
Per il volo finale di Endeavour, STS-134 previsto per il 26 febbraio, potrete addirittura inviare il vostro brano musicale, proprio composto da voi. In questo modo avrete l'onore di essere il compositore preferito dagli appassionati di spazio, oltre ad essere ascoltati in orbita.
Per votare o inviare una canzone, visitate il sito:
https://songcontest.nasa.gov

Le due canzoni con il maggior numero di voti saranno usate come sveglia dell'equipaggio durante la rispettiva missione.

giovedì 19 agosto 2010

IBEX mappa i limiti.

Fin dal suo lancio avvenuto nell'ottobre 2008, la sonda NASA Interstellar Boundary Explorer (IBEX) ha mappato le invisibili interazioni che si verificano ai margini del Sistema Solare. Le immagini mostrano che queste interazioni sono sorprendentemente strutturate e intense.
IBEX fornisce immagini globali del confine interstellare in un modo molto simile a come un satellite meteorologico fornisce dati su modelli climatici globali e locali sulla Terra. Contemporaneamente le due sonde Voyager sono come le stazioni meteo che forniscono misure dirette dalla regione di interazione del confine interstellare.

Utilizzando i rivelatori più sensibili che abbiano mai volato nello spazio, IBEX è andata ben oltre quelle misure svelando una particolare e stretta striscia di particelle di 2-3 volte più intensa di qualsiasi altra nel cielo. Le misurazioni dei Voyager non hanno dato alcuna indicazione sulla presenza della striscia e non esistono teorie o modelli precedenti che ne abbiano previsto l'esistenza.

Sulla base di quelle prime immagini del confine interstellare, la sonda ha raccolto, per la prima volta anche direttamente, l'idrogeno e l'ossigeno dal mezzo interstellare e ha le prime osservazioni di atomi di idrogeno molto veloci provenienti dalla Luna, dopo decenni di speculazioni e di ricerca per dimostrarne la loro esistenza.

L'idrogeno contenuto nel vento solare viaggia a milioni di chilometri all'ora e viene incorporato nella superficie lunare. Le misurazioni di IBEX sulla frazione di atomi di idrogeno che rimbalzano sulla superficie lunare mette in dubbio il ciclo dei processi delle particelle nel sistema solare.

Più recentemente, i dati di IBEX sono stati estesi all'osservazione della magnetosfera terrestre dall'esterno. La bolla magnetica che circonda la Terra e interagisce con il vento solare che proviene dal Sole è stata studiata a lungo con vari strumenti e veicoli spaziali dall'interno, ma IBEX ha consentito le prime osservazioni da un nuovo punto di vista.
E proprio come la magnetosfera della Terra la protegge dalle particelle provenienti dal Sole, lo scudo posto al confine interstellare protegge il sistema solare dalla maggior parte dei raggi cosmici galattici.

I dati di IBEX mostrano la compressione del vento solare di fronte alla magnetopausa, il confine tra la magnetosfera terrestre e lo spazio interplanetario, fornendo nuovi dettagli importanti sui processi che tutelano l'atmosfera.

Le mappe delle regioni del bordo del nostro sistema solare sono decisamente notevoli, ma vedere che IBEX può anche essere usata per fare altre importanti scoperte nell'ambiente spaziale più vicino alla Terra è un'aggiunta alla missione che la rende estremamente interessante per la comunità scientifica e la NASA.

Sono in corso un certo numero di altri studi sulla magnetosfera, compresi gli studi del "lato notturno", il plasma sheet, la coda e le altre strutture che la compongono. Questi studi possono aiutare gli astrobiologi a capire le specifiche dell'abitabilità del nostro pianeta, per essere d'aiuto nella ricerca di pianeti simili al nostro in orbita attorno a stelle lontane.

Una curiosità: ibex in inglese significa stambecco.

Nell'immagine una rappresentazione artistica della sonda.
Fonte: NASA.

martedì 17 agosto 2010

La ISS è tornata in piena efficienza.

L'attività extraveicolare di ieri è avvenuta perfettamente e la pompa guasta è stata finalmente sostituita.
Durante una EVA di 7 ore e 20 minuti iniziata alle 1020 UTC, Douglas Wheelock e Tracy Caldwell Dyson hanno completato il montaggio e la riconnessione della pompa di circolazione dell'ammoniaca del circuito di raffreddamento A.

Attualmente il sistema di controllo termico della Stazione è nuovamente in piena efficienza e sta funzionando a dovere. È previsto uno spegnimento nella giornata di giovedì per ripristinare la circolazione corretta ed eliminare i by-pass attivati durante il periodo di guasto del loop A. Comunque i circuiti sono alla pressione nominale di 22,7 bar, raggiunta progressivamente dopo il termine della EVA.

Per la riparazione sono state necessarie 3 EVA per una durata totale di 22 ore e 49 minuti.
Quella di ieri è anche stata la 150esima attività extraveicolare per la ISS e la durata totale ammonta a 944 ore e 24 minuti, equivalenti a 39,4 giorni.

Solo l'ultima operazione dell'attività è stata cancellata per mancanza di tempo. Il cavo denominato J612 che avrebbe dovuto collegare il modulo Quest con Unity non è stato montato, ma sarà necessario prima dell'arrivo del PMM Leonardo con la missione Discovery STS-133, quindi dal primo novembre in poi.

In foto un momento dell'EVA.
Fonte: NasaTV.

domenica 15 agosto 2010

Terza EVA in preparazione.

Gli astronauti Douglas Wheelock e Tracy Caldwell Dyson si sono preparati per la terza attività extraveicolare. Devono completare la sostituzione della pompa del circuito di raffreddamento ad ammoniaca, lavoro iniziato la scorsa settimana. I due membri dell'equipaggio della ISS trascorreranno la notte nel compartimento stagno a bassa pressione per iniziare la fase di adattamento alla pressione ridotta che avranno nelle tute durante l'attività.

Sarà la 150esima EVA dedicata alla costruzione e alla manutenzione della Stazione Spaziale e la quattordicesima di quest'anno.
Inizierà alle 1055 UTC di domani lunedì 16 agosto e dovrebbe durare circa sei ore e 25 minuti.
Il compito principale sarà quello di montare e completare i collegamenti alla nuova pompa verificandone il funzionamento, dato che verrà attivata durante la EVA stessa per assicurarsi che tutte le operazioni siano andate a buon fine.

12:55 ..00.00..Tute su alimentazione indipendente
13:00 ..00.05..Uscita
13:15 ..00.20..EV-1: Sgancio vecchia pompa
13:15 ..00.20..EV-2: Assistenza a EV-1
14:15 ..01.20..EV-1: Rilascio nuova pompa da ESP-2
14:15 ..01.20..EV-2: Assistenza a EV-1
14:45 ..01.50..EV-1: aggancio nuova pompa su traliccio S1
14:45 ..01.50..EV-2: aggancio collegamenti elettrici
15:45 ..02.50..EV-1: aggancio connessioni circuiti ammoniaca
15:45 ..02.50..EV-2: Assistenza a EV-1
17:10 ..04.15..EV-1: togliere coperture alla nuova pompa
17:10 ..04.15..EV-2: pulizia cavi e posizionamento coperture su ESP-2
17:40 ..04.45..EV-1: spostamento attrezzi su ESP-2
18:10 ..05.15..EV-1: Installazione cavo prolunga J612 fra Quest e Unity
18:10 ..05.15..EV-2: Assistenza a EV-1
18:55 ..06.00..Ingresso
19:20 ..06.25..Pressurizzazione

Ore italiane.

Una quarta attività è già stata prevista, ma non è ancora stato definito quando verrà effettuata. Dovrà occuparsi di riposizionare la vecchia pompa guasta sul pallet dei ricambi.

sabato 14 agosto 2010

Lancio Atlas.

Un sofisticato satellite militare è stato lanciato oggi a bordo di un razzo Atlas 5 dalla rampa SLC-41 della Cape Canaveral Air Force Base.

Il vettore alto 60 metri ha lasciato la rampa alle 1107 UTC e nel giro di 5 minuti il satellite AEHF-1 del peso di 6170 kg era già fuori dall'atmosfera e pronto per ricevere le due spinte date dall'upper-stage Centaur che lo avrebbero posto in orbita di trasferimento verso la posizione geostazionaria.

I primi 100 giorni saranno utilizzati dal controllo di Terra per effettuare molti esperimenti e diverse correzioni orbitali utilizzando i motori a ioni montati sul veicolo. Il suo posizionamento finale dovrebbe essere nella posizione 90° longitudine ovest.

Questa nuova classe di satelliti è all'avanguardia e sostituiranno i vecchi Milstar che hanno fatto un lavoro egregio per le forze armate americane. Ma tutti e 5 i satelliti Milstar hanno superato i 7 anni di servizio (2 hanno superato i 10 anni) ed è quindi giunta ora di rimpiazzarli. Gli AEHF costruiti dalla Lockheed Martin in collaborazione con la Northrop Grumman sono in grado di fornire flussi dati molto più veloci e possono gestire una quantità cinque volte superiore di canali di comunicazione rispetto ai loro predecessori.
Costruiti sulla piattaforma Lockheed Martin A2100, questi nuovi satelliti hanno una vita prevista di 14 anni ed hanno un sistema di generazione dell'energia di bordo basata su due pannelli solari con un'apertura totale di 27 metri.
Il sistema sarà composto da 4 satelliti per un costo complessivo per l'Air Force di quasi 6 miliardi e mezzo di dollari.

In foto il lancio.
Fonte: Ben Cooper/Spaceflight Now.

venerdì 13 agosto 2010

Notizie Flash.

Sean O'Keefe, ex Amministratore NASA, è stato coinvolto lunedì scorso in un incidente aereo in Alaska insieme al figlio: entrambi sono sopravvissuti con altre due persone. Così non è stato per l'ex senatore Ted Stevens ed altri quattro passeggeri dell'idrovolante precipitato che sono deceduti per le ferite riportate.

I due satelliti svedesi PRISMA, chiamati Tango e Mango, hanno iniziato gli esperimenti di attracco nello spazio. Nei prossimi mesi eseguiranno una serie lunghissima di manovre in orbita per dimostrare che le tecniche di avvicinamento e aggancio fra veicoli spaziali possono essere ottimizzate per contenere i costi. Il sistema PRISMA (Prototype Research Instruments and Space Mission technology Advancement) è partito il 15 giugno a bordo di un vettore Dnepr.

Nell'immagine una rappresentazione artistica di Tango (a sx) e Mango (a dx).
Fonte: SNSB (Swedish National Space Board).


Un vettore Atlas 5 ha raggiunto oggi la torre di lancio SLC-41 in preparazione al lancio di domani, sabato 14, che avverrà alle 1107 UTC (le 13:07 italiane). Porterà in orbita AEHF-1 (Advanced Extremely High Frequency), un satellite militare di nuova concezione per telecomunicazioni in zone di combattimento e verrà lanciato dalla base aerea di Cape Canaveral.

giovedì 12 agosto 2010

Lancio cinese.

Un satellite segreto è stato lanciato con successo lunedì su un razzo Lunga Marcia, segnando così il sesto lancio cinese che ha raggiunto l'orbita quest'anno.

La decima missione Yaogan è decollata a bordo di un razzo Long March 4C alle 2249 UTC dal centro di lancio Taiyuan, nella provincia cinese settentrionale dello Shanxi. Erano le 6:49, ora locale di Taiyuan.

Secondo i dati provenienti dal monitoraggio indipendente, il booster a tre stadi ha posto il veicolo spaziale in un'orbita a circa 610 km d'altezza con una inclinazione di 97,8 gradi. Yaogan 10 condurrà esperimenti scientifici ed effettuerà ricognizioni visive del terreno, aiutando nel caso di disastri naturali, almeno secondo l'agenzia stampa statale Xinhua. Altre fonti dicono però che il satellite è probabilmente un veicolo militare con un sistema radar ad apertura sintetica progettato per l'osservazione terrestre con qualsiasi meteo e ogni condizione di illuminazione.

Si ritiene che la serie Yaogan, il cui primo lancio risale al 2006, sia una flotta di satelliti per la ricognizione radar e ottica ad alta risoluzione. Il lancio Yaogan più recente risale a marzo e comprendeva tre satelliti che si ritiene servissero per l'osservazione delle flotte navali.
La Cina ha annunciato il lancio di lunedì con sole 24 ore di anticipo, una politica tipica per i satelliti militari cinesi.

È stato il 38esimo lancio orbitale mondiale del 2010.

Seconda EVA completata.

Wheelock e Caldwell Dyson hanno finalmente smontato la pompa difettosa dopo aver disconnesso tutte le linee d'alimentazione elettrica e dell'ammoniaca.

Intanto la complicazione nelle operazioni di sostituzione hanno consigliato di spostare a lunedì la prossima escursione extraveicolare e molto probabilmente sarà necessaria una quarta EVA per completare il lavoro con il posizionamento dell'apparato guasto sulla struttura della Stazione.

La durata totale per questa EVA è stata di sette ore e ventisei minuti e si è conclusa alle 1953 UTC.

In foto un momento della EVA.
Fonte: NasaTV.

mercoledì 11 agosto 2010

Newsletter - Nuovo numero.

Il nuovo numero dell'Astrogation Space Report (n°18), edizione italiana del Jonathan Space Report (n°631) è stata distribuita agli abbonati.

Ricordo che l'iscrizione alla Newsletter è totalmente gratuita e senza impegno: basta una email per iscriversi ed una email per cancellarsi.

A questo indirizzo trovate i numeri arretrati.

Le iscrizioni sono sempre aperte!

P.S.: per gli abbonati.
Verificate di aver ricevuto il notiziario dato che alcuni indirizzi risultano errati, grazie.

martedì 10 agosto 2010

Modifiche alla EVA numero 2.

Dopo il guasto alla pompa del circuito refrigerante A, è stata effettuata una prima escursione extraveicolare nella giornata di sabato 7 agosto e la prossima è prevista per domani mercoledì 11 agosto.
A causa del problema della perdita di ammoniaca verificatosi al termine della scorsa EVA, il Controllo Missione sta approvando le procedure per risolvere questo problema e permettere così agli astronauti di proseguire con la sostituzione della pompa difettosa.
In pratica dovranno togliere pressione ai condotti prima di sganciarli dalla pompa rotta. Servirà un po’ di tempo per queste operazioni e perciò è stata aggiunta una ulteriore EVA, la terza, che si dovrà eseguire domenica 15 agosto.

È tutto da confermare, ma i compiti principali sono quelli di sostituire la pompa e riattivare il circuito di raffreddamento al più presto possibile. Non è neanche stato richiesto che i due astronauti posizionino la pompa rotta al suo posto sul traliccio, verrà poi deciso quando farlo!

Elenco delle operazioni previste per la seconda EVA.
12:55 ...00...00...Tute su alimentazione indipendente
13:00 ...00...05...Uscita dal compartimento stagno
13:10 ...00...15...Preparazione attrezzi
13:40 ...00...45...EV-2: spostamento CETA; chiusura linea S1 QD; chiusura M2
13:55 ...01...00...EV-1: chiusura PONTICELLO SU LINEA QD; scarico PM; chiusura M2
16:00 ...03...05...EV-2: preparazione PM di scorta: apertura MLI;
16:15 ...03...20...EV-1: sgancio elettrico PM guasto;
17:00 ...04...05...EV-1: recupero Adjustable Grapple Bar (AGB)
17:20 ...04...25...EV-2: aggancio AGB sul PM guasto
17:45 ...04...50...EV-1: rimozione PM guasto dal traliccio S1
18:05 ...05...10...EV-2: preparazione al rientro
18:30 ...05...35...EV-1: spostamento PM guasto in un punto di deposito temporaneo
19:00 ...06...30...Ingresso
19:25 ...06...55...Pre-ripressurizzazione
19:30 ...07...00...Ripressurizzazione compartimento stagno (se non da decontaminare)

Ore Italiane.

lunedì 9 agosto 2010

Rinviati i test su Dextre.

Lo scorso 20 luglio l'equipaggio della ISS stava usando il manipolatore avanzato Dextre per un'operazione di routine, una di quelle per cui questo attrezzo è stato pensato: la sostituzione dei Remote Power Control Module (RPCM), i distributori di potenza che si occupano di propagare e controllare la distribuzione dell'energia elettrica su tutta la Stazione. In tutto questi controller sono 72 e ovviamente devono essere periodicamente sostituiti.

Questi moduli sono costruiti in modo che la loro sostituzione sia rapida e semplice e si è pensato ad un sistema ad incastro con lamelle di contatto. La forza necessaria per l'estrazione di un RPCM è compresa fra i 2 e gli 8 kg e di conseguenza l'utensile montato su Dextre è tarato per imprimere quello sforzo.

Ebbene il 20 luglio, durante l'estrazione di uno di questi moduli, è stato raggiunto il limite di forza applicabile.
Non c'è problema per Dextre, dato che il limite applicabile è di oltre 22 kg, ma la situazione è comunque preoccupante perché nella maggior parte dei casi il manipolatore è montato in cima al Canadarm SSRMS e, benché non sia possibile che il braccio si pieghi, un'operazione di estrazione con una forza maggiore del previsto potrebbe indurre delle oscillazioni pericolose che potenzialmente potrebbero far sbattere il braccio contro le strutture esterne della Stazione.

Ora saranno necessarie delle prove per aumentare progressivamente la forza fino a 15,5 kg. Contemporaneamente si dovrà verificare a che punto si sgancia il RPCM e le oscillazioni che si inducono in tutta la struttura. Ricordiamo che il braccio della Stazione (SSRMS) è montato su una rotaia che gli permette di scorrere lungo il traliccio principale e raggiungere così la maggior parte della ISS.
Se le instabilità e le oscillazioni indotte nel braccio robotico fossero eccessive, sarebbe necessario fare in modo che Dextre si possa tenere con l'altro braccio alla struttura della ISS durante le operazioni sugli RPCM.

I test erano in programma in questi primi giorni di agosto che dovevano essere relativamente tranquilli dal punto di vista dei compiti per gli astronauti a bordo della Stazione, ma l'inconveniente alla pompa del circuito di raffreddamento ha bloccato di fatto ogni altra attività.

Ad oggi l'urgenza per i test è rappresentata dall'arrivo sulla Stazione del cargo giapponese HTV previsto per l'inizio del 2011. Avendo esso una stiva pressurizzata ed una esterna, Dextre è indispensabile proprio per scaricare dal cargo il contenuto del "bagagliaio" esterno.

I test verrebbero eseguiti inviando i comandi a Dextre dal controllo missione a Houston, mentre i risultati verrebbero inviati direttamente agli ingegneri canadesi nella sede di St. Hubert, una località dell'area di Montreal.

Nell'immagine uno schema di Dextre.
Fonte: CSA/MDA.

Problemi durante la prima EVA sulla ISS.

La prima parte dell'attività extraveicolare di sabato 7 è avvenuta alla perfezione. Purtroppo durante lo smontaggio della pompa guasta si è verificata una perdita di ammoniaca che ha raggiunto le tute egli astronauti.

È stato loro richiesto di interrompere il lavoro per verificare il livello di contaminazione raggiunto e attendere che i cristalli di ammoniaca sublimassero nello spazio per evitare di portare dentro il compartimento stagno delle grandi quantità di ammoniaca.
In definitiva la contaminazione all'interno della stazione è rimasta accettabile, quindi le precauzioni adottate hanno funzionato. Peccato che il lavoro sia stato interrotto e quindi con molta probabilità sarà necessario aggiungere una terza EVA per completare il lavoro di sostituzione della pompa.

Iniziata alle 1119 UTC, l'attività è stata completata alle 1922 UTC con una durata di 8 ore e 3 minuti, la più lunga effettuata direttamente dall'equipaggio della ISS.

Per mercoledì è prevista la prossima passeggiata e non appena avrò notizie sulla eventuale terza EVA, vi farò sapere.

In foto gli astronauti al lavoro sulla pompa guasta.
Fonte: NasaTV.

domenica 8 agosto 2010

Scampato pericolo al KSC.

Venerdì pomeriggio, poco prima delle 13:30 locali, al disopra della torre di lancio 39B ha iniziato a formarsi una nube ad imbuto che scendeva dalla coltre temporalesca che copriva il KSC.
Come vedete dalla foto (Stephen Clark/Spaceflight Now) la minaccia è stata reale ed anche le sirene di avvertimento sono scattate, ma fortunatamente il tornado non ha toccato terra e dopo pochi minuti si è dissolto.

Ricordiamoci che un tornado ha venti in grado di danneggiare gravemente qualsiasi manufatto umano e le attrezzature della NASA non sono sicuramente da meno. Anzi, per molti versi sono persino più suscettibili di danni.

sabato 7 agosto 2010

Conferma del Senato per la STS-135.

Altro passo avanti nella definizione della NASA del futuro.
Il Senato americano ha approvato giovedì notte una proposta che risale a un paio di settimane fa
Approvazione bipartisan per la NASA.

In questa versione vengono confermate tutte le modifiche al Piano Obama tranne la presenza di una piccola apertura verso le aziende private (per le capsule manned) che potranno contare su un altrettanto piccolo finanziamento.

Si ribadisce inoltre la necessità di iniziare immediatamente lo sviluppo di un lanciatore pesante che dovrà essere pronto entro il 2016. Punto fermo è rappresentato dalla richiesta di effettuazione della missione Shuttle aggiuntiva, la STS-135, nel giugno 2011.

Questo ulteriore passo rappresenta un avvicinamento all'approvazione definitiva, che andrà discussa fra deputati e fra senatori.
Ricordiamoci anche che Obama potrebbe rimettere in ballo tutta la questione ponendo il veto al termine dell'iter burocratico, e obbligandolo così a ricominciare da capo. Certo, è una situazione estrema, ma avrebbe una sua logica.

venerdì 6 agosto 2010

Rinviati gli interventi sulla ISS.

La prima delle due passeggiate nello spazio che gli astronauti sulla Stazione Spaziale Internazionale devono eseguire per la sostituzione di una pompa dell'ammoniaca del circuito di raffreddamento, è stata spostata a sabato 7 agosto. La seconda EVA per completare le riparazioni è stata anch'essa spostata a mercoledì 11 agosto.

Le squadre dei controllori di volo, con gli ingegneri e i tecnici di terra hanno compiuto significativi progressi nella definizione della prima attività extraveicolare, ma è necessario un giorno in più per prepararsi. La proroga nella preparazione delle procedure ha comportato l'invio della versione finale solo giovedi sera alla stazione, ma occorre dare all'equipaggio una giornata intera per ripassare i piani elaborati dal Controllo Missione. Ovviamente i responsabili hanno conseguentemente spostato la seconda passeggiata spaziale a mercoledì per dare agli astronauti più tempo per riposare e prepararsi.
Entrambe le EVA inizieranno alle 12:55 italiane e saranno seguite in diretta su Nasa Television con collegamento alle ore 12:00 italiane.

Intanto gli ingegneri e i controllori di volo continuano ad esaminare i dati sul guasto della pompa avvenuto il 31 luglio, che ha causato la perdita di uno dei due circuiti di raffreddamento presenti a bordo della stazione. Questo problema ha determinato una diminuzione della potenza utilizzata a bordo in modo da generare meno calore e non stressare il sistema ancora attivo.
Tutti gli altri sistemi sono stabili e i sei membri dell'equipaggio non corrono alcun pericolo.

Elenco delle operazioni previste per la prima EVA.
12:55 ...00...00...Tute su alimentazione indipendente
13:00 ...00...05...Uscita dal compartimento stagno
13:25 ...00...30...Preparazione attrezzi
13:45 ...00...50...EV-1: preparazione rimozione modulo pompa (PM)
13:55 ...01...00...EV-2: preparazione CETA
14:35 ...01...40...EV-1: preparazione braccio robotico (SSRMS)
14:45 ...01...50...EV-2: apertura PM
15:00 ...02...05...PM disconnessione
16:05 ...03...10...EV-1: recupero barra regolabile di trasporto (AGB)
16:05 ...03...10...EV-2: preparazione rimozione PM guasto
16:50 ...03...55...Rimozione PM guasta
17:10 ...04...15...EV-1: spostamento PM guasta su POA
17:10 ...04...15...EV-2: preparazione PM di scorta
17:30 ...04...35...EV-1: preparazione PM di scorta
17:50 ...04...55...Fine preparazione inizio rimozione PM di ricambio
18:20 ...05...25...Rimozione PM di scorta dall'external storage platform No. 2
18:50 ...05...55...Installazione PM di scorta su S1 truss
19:25 ...06...30...Ingresso
19:50 ...06...55...Pre-ripressurizzazione
19:55 ...07...00...Ripressurizzazione compartimento stagno

Ore Italiane.

giovedì 5 agosto 2010

Biglietti...

Molti di voi mi hanno chiesto informazioni riguardo il mio viaggio negli USA. Cercherò quindi di seguire le varie fasi che portano ad organizzare un viaggio nel cuore delle scienze aerospaziali.

Siamo al momento dell'acquisto dei biglietti.

Il Kennedy Space Center ha cambiato il metodo di vendita dei biglietti per i lanci Shuttle. Probabilmente si sono resi conto che andranno effettivamente a ruba e che per l'ultimo lancio di Atlantis (STS-132 a cui ho assistito io) hanno avuto qualche problema con il sito per la vendita. Infatti il software di gestione si è bloccato una prima volta e al secondo tentativo c'erano state molte lamentele.

Oggi mi è arrivata l'email che annuncia la vendita dei biglietti per la STS-133 con le nuove regole. L'ultimo lancio del Discovery è previsto per le 16:40 (ora locale) di lunedì primo novembre.
Ebbene, dal 16 agosto alle 15:00 italiane al 23 agosto alle 23:00 italiane, chi vorrà un biglietto per assistere al lancio (sia esso per il Visitor Complex che sulla Causeway o alla Astronaut Hall of Fame), dovrà registrarsi sul sito
http://www.ksclaunchtickets.com/
e prenotarsi. Alla fine delle prenotazioni i biglietti verranno estratti a sorte fra coloro che si sono prenotati.
I "vincitori" riceveranno una email il 30 agosto con le indicazioni per l'acquisto vero e proprio.

Questi sistemi sono pensati per dare a tutti la stessa probabilità di riuscire ad acquistare i biglietti e contemporaneamente evitare casi di accaparramento e bagarinaggio.

Se però non riuscite ad acquistare i biglietti direttamente dal KSC sappiate che ci sono diverse agenzie turistiche che vendono pacchetti comprensivi di biglietto d'accesso e servizio di trasporto con autobus da diverse città della zona.
Le più note sono Gator Tours, Grayline, Dolphin Tours e Viator.
Mediamente sul biglietto di 59$ aggiungono il viaggio in bus dal vostro albergo al KSC e poi alla Causeway, oltre al ritorno, per un prezzo totale intorno ai 100$.

Che dire? Buona caccia!

Auguri.

Era il 5 agosto 1930, nella cittadina di Wapakoneta nasceva un uomo, un uomo che 39 anni dopo faceva un passo che valeva un balzo per l'intera umanità.

Avrete capito che sto parlando di Neil Alden Armstrong, primo uomo a toccare la superficie lunare. Oggi compie 80 anni e continua a rappresentare un incredibile mix fra scienza, coraggio e discrezione.

Auguri Neil, un uomo che ha realizzato uno dei più grandi sogni dell'umanità...

Foto: NASA.

Lancio Ariane.

Il vettore europeo Ariane 5 ha compiuto la sua terza missione commerciale dell'anno. Ieri, mercoledì 4, ha puntualmente consegnato in orbita geostazionaria due satelliti per telecomunicazioni che serviranno il continente africano con nuovi canali televisivi e connettività per i villaggi rurali.
Il razzo Ariane 5, alto 50,6 metri è stato lanciato dalla rampa ELA-3 alle 2059 UTC (22:59 CEST) ed è salito nel cielo parzialmente nuvoloso sopra la base spaziale di Kourou, nella Guiana Francese. Dopo aver puntato verso est dalla costa del Sud America, il razzo Ariane 5 ha sganciato i due booster a propellente solido dopo circa 2 minuti e 15 secondi dal decollo. Il primo stadio ha funzionato per 9 minuti dopodiché ha lasciato il posto al secondo stadio criogenico che si è acceso dopo pochi secondi.
Il secondo stadio ha funzionato per quasi 16 minuti, giungendo così in orbita dove ha rilasciato il primo satellite, il Nilesat 201, dopo 29 minuti di volo, seguito meno di 2 minuti più tardi dallo sgancio di Sylda, l'adattatore per il doppio carico di Ariane. Erano passati 33 minuti dal lancio quando è stato rilasciato anche il secondo satellite, Rascom-QAF1R.
Entrambi i satelliti sono stati posizionati in un'orbita ellittica di trasferimento con perigeo a 248 km, apogeo a 35924 km e inclinazione orbitale di 2 gradi.

Ogni satellite subirà ora alcune settimane di accensioni dei motori ed altri collaudi critici, prima di essere consegnato agli operatori finali, cosa che avverrà nel mese di settembre. Entrambi i satelliti sono stati costruiti da Thales Alenia Space in Francia.

Nilesat 201 (3200 kg circa) entrerà in servizio sui 7 gradi di longitudine ovest, raggiungendo altri due Nilesat e un satellite di proprietà europea. Fornirà copertura per televisione, radio e servizi Internet a larga banda per l'Africa ed il Medio Oriente. Ha 24 trasponditori in banda Ku e quattro in banda Ka e verrà gestito da Nilesat, società di telecomunicazioni controllata dallo Stato Egiziano.

Rascom-QAF1R (3050 kg) è stato ordinato per sostituire un satellite quasi identico reso quasi inutilizzabile da una fuga di elio dopo il lancio nel 2007. Il difetto ha portato il primo satellite Rascom-QAF a consumare più carburante del previsto, riducendone la vita utile da 15 a due o tre anni.
Rascom-QAF1R sarà posizionato sui 2,85 gradi di longitudine est e trasporta 12 transponder in banda C e otto in banda Ku con copertura dell'intero continente. Secondo dati RascomSat, questo satellite aiuterà a collegare fino a 150'000 villaggi rurali alle reti di comunicazione.

"È il 38esimo successo consecutivo per Ariane 5 e dall'inizio del 2010 abbiamo lanciato sei satelliti per telecomunicazioni, più di tutti i nostri concorrenti messi assieme", ha detto Jean-Yves Le Gall, presidente di Arianespace.
ArianeSpace ha annunciato due nuovi contratti: la società lancerà il satellite GSAT 10 per l'India e l'Intelsat 20 per la regione Asia-Pacifico.
L'azienda ha un portafoglio ordini di 22 lanci Ariane 5 e 17 voli del razzo Soyuz, che farà il suo primo lancio da Kourou il prossimo dicembre o all'inizio del 2011.

La prossima missione di Ariane 5 è prevista per il 15 settembre con un carico europeo (Eutelsat W3B) e giapponese (BSAT-3b). Un altro lancio con doppio satellite seguirà in ottobre o novembre, e Arianespace segnerà la fine 2010 con il lancio dell'ATV-2, la capsula europea da trasporto senza equipaggio per la Stazione Spaziale Internazionale.

martedì 3 agosto 2010

Definito il piano di riparazione per la ISS.

Douglas Wheelock e Tracy Caldwell Dyson: sono loro due gli incaricati della sostituzione della pompa del circuito di raffreddamento che si è bloccata domenica mattina.

Effettueranno la prima attività extraveicolare venerdì mattina alle 1055 UTC quando usciranno per iniziare a preparare la nuova pompa stoccata sul traliccio nei pressi di quella guasta. La seconda escursione per eseguire tutti gli allacci elettrici e ai circuiti dell'ammoniaca avverrà lunedì.
Questo componente fa parte delle 14 parti indispensabili al funzionamento della Stazione e con 4 ricambi si può stare abbastanza tranquilli. I responsabili di missione sapevano che prima o poi una pompa si sarebbe guastata, anche se non credevano che sarebbe successo così presto. Con un tempo medio previsto fra guasti di 100'000 ore, il funzionamento di questo componente è stato di sole 80'000 ore.
La pompa costruita dalla Boeing, è lunga 1,70 m, larga 1,2 m e alta 0,9 m ed è troppo grande per essere caricata a bordo di un ATV o di un cargo Progress.

Con gli ultimi lanci Shuttle si sta cercando di completare il più possibile la scorta di parti di ricambio indispensabili, proprio per prevenire queste situazioni potenzialmente a pericolose per l'intera Stazione: in questo momento la ISS sta correndo un rischio "importante", dato che si trova senza un sistema di refrigerazione di scorta. Se dovesse guastarsi anche il circuito B sarebbe un vero disastro.

Questo è il motivo principale per cui si stanno accorciando il più possibile i tempi ma senza imporre eccessiva fretta che potrebbe mettere a rischio i membri dell'equipaggio.
Per lavori di questo tipo è importante ad esempio avere tempi lunghi dal termine delle operazioni e il rientro a bordo. Avendo a che fare con l'ammoniaca, è molto importante che gli astronauti non ne abbiano delle piccole quantità depositata sulle tute. Impiegando un po' di tempo dalla fine del lavoro al rientro si permette all'ammoniaca di evaporare nello spazio.

In foto Tracy e Doug iniziano la preparazione delle tute per il duro lavoro di venerdì.
Fonte: NASA.

lunedì 2 agosto 2010

Astrium si apre su nuovi mercati.

Astrium Satellites costruirà un satellite di osservazione della Terra a media risoluzione ottica per il governo vietnamita nell'ambito di un contratto del valore di € 55.200.000. Il contratto con l'Accademia del Vietnam di Scienza e Tecnologia chiede ad Astrium di fornire un satellite con una risoluzione al suolo di 2,5 metri, nonché dei servizi satellitari di ricezione e controllo dei dati e di un programma per formare gli ingegneri vietnamiti. In quest'ottica saranno 15 i tecnici provenienti dal Vietnam che resteranno di stanza alla Astrium di Tolosa, in Francia, negli impianti di produzione durante il periodo di costruzione del satellite.

Il satellite (circa 150 chilogrammi al momento del lancio), denominato VNREDSat-1 - Vietnam Natural Resources, Environment and Disaster Monitoring Satellite - segue un accordo di partnership tecnologica, firmato nel novembre 2009 tra Astrium e il governo vietnamita nel corso di una visita in Vietnam dal primo ministro francese Francois Fillon.

Astrium ha istituito un analogo programma di rapporti sullo sviluppo di satelliti per l'osservazione della terra con Thailandia, Corea del Sud, Algeria, Cile e Kazakistan.

Il satellite VNREDSat-1 dovrebbe essere lanciato nel 2013 dal consorzio Europeo Arianespace di Evry, in Francia.

Novità per i lanci giapponesi.

Il Giappone sarà in grado di lanciare i suoi satelliti dal Tanegashima Space Center durante tutto l'anno a partire dal prossimo 11 aprile a seguito di un accordo per eliminare le restrizioni che limitavano i lanci a due finestre della durata combinata di 190 giorni.
La Japan Aerospace Exploration Agency (JAXA) ha annunciato il 29 luglio che sono decadute le restrizioni che erano il risultato di accordi tra JAXA e i sindacati locali dei pescatori, preoccupati per l'attività di lancio che interrompeva il loro lavoro nelle acque circostanti Tanegashima, base situata su un'isola a sud dell'arcipelago giapponese. Restrizioni simili che interessavano l'Unichoura Space Center sulla terraferma, sono state revocate.

Le restrizioni vietavano le attività di lancio da marzo a giugno, per una settimana in luglio e per tutto il mese di ottobre. Queste limitazioni sono state accusate di ridurre le capacità del Giappone di essere competitivo sul mercato dei lanci commerciali, anche se l'elevato costo dei vettori giapponesi è stato il fattore principale.

Secondo l'annuncio JAXA, il Giappone manterrà il tetto di 17 lanci all'anno come è sempre avvenuto prima del nuovo accordo. Il nuovo assetto però prevede che i programmi spaziali e le misure di protezione della pesca vengano discusse dalle parti interessate all'inizio di ogni anno fiscale.

Un passo avanti per le missioni marziane.

NASA e ESA hanno stabilito quali strumenti inserire a bordo di ExoMars Trace Gas Orbiter, una sonda europea che nel 2016 raggiungerà Marte a bordo di un razzo americano.
La scelta di questi strumenti segna l'inizio di un programma di esplorazione congiunta del pianeta rosso, secondo un accordo firmato in Inghilterra nel luglio 2009 e confermato a novembre dal Direttore Generale ESA Jean-Jacques Dordain e dall'Amministratore NASA Charles Bolden.

Il piano parla di due missioni congiunte nel 2016 e 2018 fino a giungere alla prima missione in grado di riportare campioni di terreno prevista dopo il 2020. La ExoMars Trace Gas Orbiter è una sonda che fa parte della missione composta da lander e orbiter con componenti Europei e Americani.
ExoMars Trace Gas Orbiter studierà la composizione chimica dell'atmosfera marziana, con una sensibilità mille volte maggiore rispetto ai precedenti orbiter. La sonda inoltre servirà da ulteriore ponte radio per le missioni di superficie su Marte a partire dal 2018.
Il programma della missione del 2018 consiste in un rover europeo con una capacità di perforazione, un rover della NASA in grado di raccogliere campioni da potenzialmente rimandare sulla Terra, un sistema di atterraggio della NASA e un veicolo di lancio della NASA.

I cinque strumenti di ExoMars Trace Gas Orbiter sono stati selezionati tra 19 proposte presentate nel mese di gennaio. Gli strumenti ed i loro ricercatori principali sono:
* Mars Atmosphere Trace Molecule Occultation Spectrometer; Paul Wemmberg, California Institute of Technology, Pasadena, California.
* High Resolution Solar Occultation and Nadir Spectrometer; Ann C. Vandaele. Belgian Institute for Space Aeronomy, Bruxelles, Belgio.
* ExoMars Climate Sounder; John Schofield, NASA Jet Propulsion Laboratory, Pasadena, California.
* High Resolution Color Imager; Alfred McEwen, University of Arizona, Tucson.
* Mars Atmospheric Global Imaging Experiment; Bruce Cantor, Malin Space Systems, San Diego, California.

Nell'immagine una rappresentazione artistica di ExoMars Trace Gas Orbiter.
Fonte: NASA.

domenica 1 agosto 2010

Problema sulla ISS.

Uno dei circuiti di controllo termico che mantengono costante la temperatura della Stazione si è guastato ieri sera causando lo spegnimento di molte apparecchiature elettroniche del grande complesso.
Il Coolant Loop si occupa di smaltire verso l'esterno il calore generato dai vari laboratori presenti a bordo ed il suo malfunzionamento avrebbe come risultato un aumento repentino delle temperature all'interno dei moduli della ISS.

Non è ancora chiara la causa, ma il modulo di pompaggio dell'ammoniaca del circuito A, montato sul lato di destra del traliccio principale della Stazione si è bloccato circa alle 0000 UTC di questa mattina, domenica primo agosto. Un guasto di questa entità fa subito scattare i sistemi di sicurezza avviando una serie di procedure d'emergenza e svegliando l'equipaggio.
Il primo effetto del blocco di metà dell'impianto di dissipazione termica è lo spegnimento di due dei quattro giroscopi che controllano l'assetto della ISS, di un canale di comunicazione, di diversi convertitori di potenza dei pannelli solari, utilizzati per il controllo dell'alimentazione e di un numero imprecisato di multiplexer-demultiplexer disseminati sulla Stazione.

L'equipaggio non è in pericolo, ma le procedure sono state febbrili, con la reimpostazione delle varie condizioni nel nuovo assetto interno, che comprende anche dei cavi di connessione elettrica aggiuntivi sistemati fra la sezione russa e quella americana per la ridistribuzione energetica. Alle 0500 UTC, Tracy Caldwell Dyson and Douglas Wheelock stavano eseguendo proprio queste riconfigurazioni dicendo che gli sembrava una esercitazione: purtroppo era un problema reale.

Poco prima delle 1000 UTC dal controllo di terra eseguivano un tentativo di ripristino della pompa bloccata, ma il sistema andava nuovamente in allarme svegliando ancora l'equipaggio. I controllori si sono scusati dicendo che pensavano di aver tacitato tutti gli allarmi, anche se non c'erano evidentemente riusciti.

La perdita del 50% di potere refrigerante per la Stazione Spaziale Internazionale significa perdere il 50% dell'elettronica di bordo e quindi degli esperimenti. Ed è un problema abbastanza grave. Sulla Stazione sono però presenti due pompe di scorta montate sugli External Storage Platform, pallet di ricambi agganciati ai lati del traliccio principale.

Di fatto dal controllo missione stanno prendendo in seria considerazione la possibilità di effettuare due EVA speciali per effettuare la sostituzione della pompa che ha una massa di 353 kg. Le connessioni sono molte e complesse; è per questa ragione che il lavoro verrebbe diviso in due escursioni, anche per una revisione accurata delle procedure di lavoro.

Wheelock and Caldwell Dyson sarebbero i prescelti e la prima EVA avverrebbe giovedì, mentre la seconda due-tre giorni dopo. Ovviamente nessuno dei due astronauti ha mai cambiato una pompa di quel tipo, ma dato che hanno seguito un addestramento per effettuare delle escursioni insieme, si preferisce mantenere la squadra unita, confidando sull'intesa di lunghi mesi di lavoro congiunto. La pompa è stata montata nell'agosto del 2009, ma nell'aprile di quest'anno è stato sostituito il serbatoio dell'ammoniaca che aveva dato problemi con alcuni bulloni e nell'apertura di una valvola poi sbloccata con dei comandi dal controllo di Terra. Nessun problema si era però riscontrato nel funzionamento, fino a stanotte.

In caso di nuove notizie vi farò sapere.

Lancio Cinese.

Un altro satellite cinese per la navigazione è decollato sabato 31 luglio incamminandosi verso la sua posizione sull'orbita geostazionaria da dove rafforzerà la flotta Beidou di proprietà del Governo.

In effetti il verbo non è stato scelto a caso, trattandosi di un vettore a tre stadi di tipo Lungamarcia 3A lanciato alle 2130 UTC dalla base spaziale Xichang nella provincia di Sichuan, nella Cina sud-occidentale. L'ora locale segnava le 05:30 di domenica.

Il lanciatore alto 52 metri e mezzo ha portato in orbita il quinto satellite del sistema di navigazione di seconda generazione (chiamato Beidou) inserendolo in un'orbita ellittica con perigeo a 160 km e apogeo a 36'000 con inclinazione orbitale di 55 gradi. Secondo l'agenzia statale Xinhua, la missione ha avuto pieno successo.

Il satellite è probabilmente diretto verso un'orbita circolare a 36'000 km di quota, ma su inclinazione polare per fornire a quelle zone la copertura e il servizio di sincronizzazione per il sistema. Si unisce ad altri quattro satelliti Beidou, due dei quali, lanciati all'inizio di quest'anno, sono in orbita sull'equatore, mentre un altro si trova ad una quota di 20'000 km.

La Cina sta sviluppando il sistema di navigazione Beidou (Bussola) per non dipendere più dall'americano Global Positioning System. I funzionari cinesi sperano che il sistema di navigazione sia in grado di fornire una copertura completa della Cina e dei paesi vicini entro il 2012. Il sistema completo sarà composto da 35 satelliti e potrà essere pienamente operativo entro il 2020. La maggior parte dei satelliti Beidou sarà su orbite a 20'000 km mentre cinque completeranno il sistema dall'orbita geostazionaria.

Il lancio di sabato è stato il numero 36 del 2010. È stato il quinto lancio orbitale cinese dell'anno e il volo numero 17 di un razzo Lunga Marcia 3A.

In foto il lancio.
Fonte: Xinhua